A pochi giorni dal voto nel nostro Municipio, sentiamo la necessità di proporre un appuntamento, immediatamente dopo il 5 novembre, per una riflessione collettiva.
Crediamo sia necessaria una discussione che rimetta al centro i bisogni di questo territorio, le esperienze sociali e politiche che nonostante tutto sono proseguite o nate in questi due anni di commissariamento, la voglia di cambiamento che, pensiamo, non si possa esaurire nella scelta elettorale.
Il 5 novembre non sarà un nuovo inizio, a prescindere dai risultati delle elezioni, perché in questi anni di governo prefettizio poco è stato scalfito dei poteri che continuano a gestire il X Municipio e Roma tutta.
I tribunali, attraverso il primo filone del processo Mafia Capitale, non hanno riconosciuto un sistema mafioso nella governance della capitale d’Italia, ma chiunque abiti qui sa che quella è solo la verità giudiziaria.
I rapporti tra la politica, la criminalità organizzata e l’ imprenditoria esistevano e continuano a esistere e a incidere nelle scelte che quotidianamente ricadono sulle nostre vite, costruendo un presente di ingiustizie e soprusi.
Non ci interessa lanciarci in previsioni sul futuro Presidente o sulle percentuali di voto.
Sappiamo di doverci rimboccare le maniche perché non ci accontentiamo.
Non ci accontenteremo di un consigliere sensibile alle tematiche sociali, di un maggior controllo sulle assegnazioni delle spiagge, delle dichiarazioni di solidarietà alle fasce più deboli della popolazione.
Siamo consapevoli dello svuotamento di poteri delle amministrazioni locali, schiacciate da un patto di stabilità che si gioca tutto sulla nostra pelle.
C’è bisogno di una presa di parola forte e popolare, di imporre all’ordine del giorno della città il problema della casa, della salute, della disoccupazione, della dispersione scolastica, dell’accesso alla cultura e della fruibilità di verde e spiagge.
In questi due anni, molto è accaduto nelle strade del nostro quartiere senza che giornali e tv se ne accorgessero: lo squadrismo fascista, situazioni sociali a rischio abbandonate a se stesse, operazioni di facciata per il ripristino della legalità che hanno colpito solo i più deboli. Ma anche risposte di solidarietà, di attivazione autorganizzata, la nascita di nuove esperienze culturali, di collettivi territoriali, un sentimento antifascista e antirazzista sempre più largo e popolare.
Da questo vogliamo ripartire. Dopo il turno elettorale.
Ripartiamo con una discussione franca sui limiti e sulle potenzialità che riusciamo a esprimere.
Ricominciamo a immaginare il Municipio che vorremmo partendo da quello che già stiamo facendo giorno per giorno.
Alcun@ Compagne e Compagni del X Municipio